Jannik Sinner è stato definitivamente prosciolto dalle accuse di doping.

Il Tribunale Arbitrale Internazionale dello Sport ha confermato che l’Agenzia Internazionale Antidoping (WADA) non ha presentato ricorso contro la sentenza che aveva stabilito l’innocenza del tennista italiano.

I termini per impugnare la sentenza sarebbero scaduti ieri, a distanza di 21 giorni dalla sentenza del 19 agosto e fino a questa mattina al team del giocatore non sono arrivate comunicazioni e il Corriere della Sera riferisce che il Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport non ha ricevuto il ricorso.

Sinner era risultato positivo al clostebol, uno steroide anabolizzante, ma i livelli rilevati erano estremamente bassi.

La difesa ha dimostrato che il contatto con la sostanza era avvenuto accidentalmente tramite un medicinale spray usato dal suo fisioterapista

La Wada avrebbe potuto decidere di impugnare la sentenza, puntando non a dimostrare l’uso intenzionale della sostanza, ma a stabilire una colpa parziale. Ovvero a ritenere Sinner colpevole per il comportamento del suo staff. Se ciò fosse accaduto, la Wada avrebbe potuto chiedere per Sinner una squalifica retroattiva da 4 a 6 mesi, con la conseguente perdita dei tornei vinti – tra cui Miami, Halle, Cincinnati e appunto gli Us Open – e del suo status di numero uno al mondo. Un’ombra che adesso è stata definitivamente scacciata via. La Wada, d’altronde, ha anche recentemente approvato uno studio che sottolinea la elevata possibilità di assunzioni accidentali nei casi di positività al Clostebol.